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La cataratta, spiegata dallo specialista


Con l’avanzare degli anni, può succedere che la vista perda progressivamente di nitidezza e i colori di intensità. Le luci iniziano a risultare sempre più fastidiose e talvolta si può avere quella disturbante sensazione di vedere come se si tenesse la testa all’interno di un acquario. Un disturbo che non passa spontaneamente, ma che se non si cura può procede verso un peggioramento.

Le cause di tutto ciò possono essere legate ad un problema estremamente comune ma che se viene trascurato può portare alla cecità: la cataratta.


Di cosa si tratta?

Come una macchina fotografica, i nostri occhi mettono a fuoco grazie ad una speciale lente naturale chiamata cristallino, che si trova tra l’iride e il corpo vitreo. Quando questo si opacizza, ecco che abbiamo il fenomeno chiamato cataratta. Opacizzazione significa perdita di trasparenza. Questo fenomeno mette a dura prova la corretta messa a fuoco sia da vicino che da lontano, non consentendoci di vedere al meglio.


La cataratta può colpire un occhio solo o entrambi. Anche se colpisce un occhio solo e non viene curata al più presto, può essere molto debilitante. La capacità di definire la distanza nello spazio di un oggetto viene compromessa, con il rischio di cadute e incidenti che possono metterci in pericolo.


Cosa la causa?


L’invecchiamento è la principale causa di questa condizione. L’avanzare dell’età porta le fibre trasparenti del cristallino a ossidarsi, creando l’opacizzazione. Non potendo sconfiggere il tempo, l’unica soluzione a questo problema è la prevenzione.

Il fumo, uno stile di vita poco sano e sedentario, un’alimentazione scorretta e una scarsa idratazione possono indirettamente favorire l’insorgenza della cataratta.


La cataratta inoltre può essere scatenata da altre patologie come il diabete mellito, l’obesità e l’ipertensione. In questi casi solo la prevenzione o la cura della patologia metabolica possono ridurre il rischio di opacizzazione.


Una cura semplice ed efficace


Per quanto una cataratta possa essere stata in passato un problema estremamente debilitante, e l’inizio di un lento ed inesorabile percorso verso la cecità, oggi non è più così.


Già a partire dal ventesimo secolo i primi interventi di rimozione del cristallino hanno permesso ai pazienti di recuperare la vista, seppur con l’obbligo di tenere sempre i famosi occhiali a fondo di bottiglia.

Dagli anni Novanta ad oggi, grazie all’introduzione dei cristallini artificiali, chiamati anche lenti intraoculari (IOL), e di tecniche chirurgiche sempre più raffinate e all’avanguardia, la possibilità di recuperare la qualità visiva di un tempo è diventata una realtà.


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